1774 – Il “Regolamento Scolastico Generale” di Maria Teresa d’Austria
Maria Teresa d’Austria e il nuovo sistema scolastico
Nella seconda metà del Settecento Maria Teresa d’Austria, «sovrana illuminata», istituì un nuovo sistema scolastico che permettesse ai figli del popolo di acquisire una «mentalità onesta, sensata e lucida».
Le riforme dell’istruzione volute da Maria Teresa d’Austria furono un frutto del suo spirito d’innovazione. Dopo aver migliorato l’istruzione superiore, affrontò su vasta scala l’istruzione elementare. Maria Teresa si rese conto che era necessario migliorare in modo notevole l’istruzione elementare, per poter impiegare tutti i suoi popoli a vantaggio del regno. Non c’era nessuno spirito di egualitarismo. Lei personalmente non parlava del «popolaccio» o della «marmaglia», mai i suoi alti funzionari potevano farlo, senza venire criticati, nelle lettere e nei dispacci che le inviavano. Lei era mossa soprattutto dall’ odio verso la superstizione in ogni sua forma; non voleva dare ai figli del popolo un’istruzione superiore alla loro condizione sociale, ma era decisa a fare in modo che abbandonassero le superstizioni e acquisissero una mentalità onesta, sensata e lucida.
Le sue prime riforme erano state ostacolate dai gesuiti, che amava tanto, ma che si aggrappavano alle vecchie formule, trascurando l’insegnamento del buon tedesco a favore del latino. Ma nel 1770 Maria Teresa si rese conto che era necessario un sistema molto più radicale, e sentiva così acutamente questa esigenza che chiese a Federico di Prussia il permesso di consultare il famoso educatore, il vescovo Felbiger, i cui metodi, messi in pratica soprattutto nella sua scuola di Sagan, nella Slesia Prussiana, erano molto più avanti dei suoi tempi. Federico accordò il permesso e l’influenza di Felbiger fu molto forte nel nuovo sistema scolastico istituito nel 1775.
Dovevano esservi tre tipi di scuola: la Normalschule, istituita in ogni Land; la Hauptschule, almeno una in ogni distretto; la Trivialschule, una in ogni paesino e in ogni parrocchia rurale. Tutti i bambini dei due sessi dovevano frequentarla tra i 6 e i 12 anni. In campagna, i bambini fino agli 8 anni dovevano frequentare la scuola estiva, da Pasqua alla fine di settembre, mentre quelli tra gli 8 e i 12 frequentavano la scuola invernale, dal 1° dicembre al 31 marzo, in modo da poter dare una mano nei lavori agricoli estivi. C’erano speciali corsi di ripasso: due ore ogni domenica dopo la messa, per i giovani fra i 13 e i 20 anni. Naturalmente, come avviene in quasi tutte le riforme, la situazione appariva più rosea sulla carta che in pratica. La scarsità di insegnanti qualificati era cronica, e spesso i genitori protestavano per quello che consideravano uno spreco di tempo. In un villaggio presso Innsbruck, l’intera popolazione rischiò di venire arrestata per aver boicottato la nuova scuola. Ma nonostante le sue deficienze , il sistema valeva quanto quello prussiano, che era il migliore d’Europa. Nonostante tutte le altre preoccupazioni, Maria Teresa s’impegnò nelle sue riforme scolastiche con la decisione con cui un tempo s’era impegnata nella guerra. E quando morì, 5 anni dopo l’istituzione del nuovo sistema, dimostrò ancora il suo interesse lasciando 100.000 gulden del suo patrimonio privato perché Felbiger li distribuisse alle scuole normali dell’Impero.
[(da Maria Teresa d’Austria, vita di una imperatrice, Mursia, Milano, 1982, rid. e adatt.)]
Il Regolamento nel Tirolo Meridionale (attuale Trentino)
Il 6 dicembre 1774 è pubblicato il Regolamento scolastico generale (Allgemeine Schulordnung), che resterà praticamente invariato fino a metà Ottocento. Sono interessati tutti i bambini e le bambine d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, senza distinzioni economiche e sociali; severe sanzioni sono previste per i genitori inadempienti. I dati anagrafici sono per ora raccolti attraverso i registri parrocchiali.Dal 1775, nel giro di dodici anni, nel Tirolo italiano si attivano 69 scuole elementari, distribuite in modo capillare in tutti i distretti. Ma applicare la legge di Maria Teresa non è davvero facile. Si tratta di erigere un sistema molto complesso con fondi del tutto inadeguati. Occorre individuare gli spazi – o costruire un apposito edificio scolastico – e soprattutto preparare un corpo di insegnanti all’altezza del compito.Per quale ragione il governo di Vienna investiva tante energie nel sistema scolastico, dalle scuole elementari fino alle università? Il motivo viene spiegato nella Allgemeine Schulordnung, secondo cui il «più importante mezzo della vera felicità delle nazioni» è proprio «l’educazione della gioventù»: per «felicità» dobbiamo intendere lo sviluppo economico dello Stato e la stabilità politica dei governi. La frammentazione e le difformità dei percorsi formativi non erano più compatibili con l’esigenza di uno Stato solido e forte, bisognoso di sudditi con un minimo di istruzione ed educati secondo modelli e valori saldamente in mano al governo centrale. La scuola, più di ogni altra istituzione, si presta a questa poderosa opera di disciplinamento e uniformazione. Mandare i figli a scuola non è più una scelta delle famiglie; le aristocrazie devono abbandonare l’idea di gestire in proprio l’educazione della prole.Un manuale unico contiene le materie prioritarie e comuni a tutti i sudditi: laTabella dell’ ABBICCÌ, brevi racconti edificanti, aritmetica, Bibbia e storia della religione, il testo dettagliato dei «Doveri de’ sudditi verso il loro Monarca». L’editoria scolastica è soggetta a stretto monopolio: nel Tirolo meridionale il solo tipografo autorizzato a pubblicare i testi scolastici è Marchesani di Rovereto. Per le famiglie indigenti i manuali sono gratuiti.La Allgemeine Schulordnung teresiana introduce tre tipologie di scuole, diverse per funzione e per diffusione: triviale, ordinaria e normale. La «scuola triviale» (Trivialschule), detta anche «comune», è presente in modo sistematico e deve garantire i tre insegnamenti primari: leggere, scrivere e far di conto. È a questo livello che si registrano, almeno in una prima fase, conflitti di competenze tra le comunità, su cui gravano gli oneri finanziari, e i funzionari che rappresentano il potere centrale. Le difficoltà economiche, aggravate da lì a poco dalle guerre, consigliano di procedere con una certa gradualità: i maestri, perlopiù sacerdoti, restano spesso quelli scelti a suo tempo dalle comunità. Ma il controllo statale è rigoroso: solo nel 1869 sarà introdotta una sorta di ‘decentramento’ scolastico, che consentirà alle comunità locali di tornare ad avere voce in capitolo sulla scuola.Accanto alla «scuola triviale», a un livello superiore, si colloca la scuola ordinaria, detta anche «principale» (Hauptschule): è prevista solo nei centri più importanti. Qui il percorso formativo si articola in più materie, tra cui anche la calligrafia (ossia l’arte della bella scrittura), necessaria ai giovani che vogliano intraprendere mestieri di concetto. Infine, al vertice del sistema è la «scuola normale» (Normalhauptschule), presente nei capoluoghi: essa funge da norma e modello per le altre; tre le classi, strutturate per fasce di età.Nel Tirolo italiano la «scuola normale» è a Rovereto: costituirà un modello anche per l’organizzazione delle scuole della Lombardia austriaca. Il primo direttore della «normale» di Rovereto è il sacerdote Giovanni Marchetti (1738-1806), che la reggerà per 32 anni. Marchetti, oltre che preside, è insegnante e catechista. Ha poi un importante ruolo ufficiale: è il traduttore del Methodenbuch in lingua italiana e svolge la mansione di ispettore scolastico provinciale. A Rovereto, accanto ai corsi in lingua italiana, sono attivate anche classi di lingua tedesca: è curioso osservare che il Regolamento del 1774 sottolinea la necessità di curare la pronuncia e l’ortografia, ma non chiarisce quale debba essere la lingua d’insegnamento; solo nel 1848 verrà specificato che la lingua da usare è quella parlata dagli scolari. L’italiano dei manuali, però, è quello letterario, il toscano: tocca imparare frasi alquanto improbabili per orecchie abituate al dialetto, come «poscia sediamo in tavola» e «v’è chi si trastulla coll’andare in slitta».La «normale» deve gestire pure i corsi di abilitazione destinati ai maestri, basati anch’essi sul Methodenbuch fornito dallo Stato. Nel 1786, i maestri impegnati nelle scuole del Circolo sono 92, con classi formate in media da 80-90 scolari di diversa età (ma troviamo anche classi di 145 bambini, come a Strigno, in Valsugana).
BIBLIOGRAFIA
Q. Antonelli – R. Filosi, I quaderni scolastici di casa Rosmini (Rovereto, 1673-1847), in «Mélanges de l’Ecole française de Rome», 109, 1997, 1, pp. 299-316; Q. Antonelli, A scuola! A scuola! Popolazione e istruzione dell’obbligo in una regione dell’area alpina (secc. XVIII-XX), Trento 2001.
Date | Luoghi, leggi e riforme | Le trasformazioni interne alle istituzioni scolastiche | Tirolo e dintorni |
1774 |
Impero d’Austria |
Si afferma il diritto allo studio per tutti i sudditi; il diritto all’insegnamento nella lingua di ogni popolazione. |
Nel 1775 in Tirolo furono Nel 1777 anche a |
1778 |
Impero d’Austria |
Istituzione in Tirolo delle Scuole Speciali per la preparazione dei maestri – |
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1804 |
Impero d’Austria |
Viene utilizzato in tutti i territori in modo rigoroso il metodo di Ignaz |
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1859 |
Regno d’Italia: |
Atto di nascita della scuola nazionale, in particolare della scuola |
Analfabetismo in Italia nel |
1867-1868 |
Impero d’Austria |
Laicizzazione della scuola |
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1869 |
Impero d’Austria |
Estensione dell’obbligo scolastico da 6 a 8 anni (i bambini dovevano |
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1877 |
Regno d’Italia |
Obbligo scolastico fino a 9 anni |
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1883 |
Impero d’Austria |
Introduzione di modifiche alla legge generale sulla istruzione nell’impero |
|
1892 |
Land Tirol |
Pacificazione tra aree politiche liberali e clericali: |
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1893 |
Land Tirol |
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1899 |
Land Tirol |
Iniziativa provinciale per rispondere ai molteplici problemi della scuola in |
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1904 |
Regno d’Italia |
Estensione dell’obbligo scolastico dai 9 ai 12 anni di età |
Discorso del primo |
1911 |
Regno d’Italia |
Le scuole passano alle dipendenze dirette dello stato. |
Il territorio viene |
1910 |
Land Tirol |
Nonostante molteplici petizioni non viene abolito l’obbligo scolastico di 8 |
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1914-1918 | Prima guerra mondiale | ||
1919 |
Trattato di Saint |
Annessione della parte Sud del Tirolo (dal Brennero a Borghetto [sotto Ala]) al Regno d’Italia. |